L’esposizione che celebra l’anno giubilare

Mostra

Per celebrare il Giubileo del 2025, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie in località Le Mosse di Camerino ospiterà dall’11 al 24 maggio una mostra temporanea di alcuni documenti che verranno presentati come una vera e propria opera d’arte fruibile per il pubblico. Essi rappresentano la traccia storica che si conserva, con cura e attenzione, nei luoghi deputati alla loro salvaguardia e offerti alla consultazione: documenti, libri e testimonianze che parlano delle nostre comunità facendone un dono per la collettività, un dono attuale, ancora capace di ricordare ai contemporanei i comuni valori cristiani che hanno ispirato questi testi preziosi. La mostra si articolerà in sette sezioni. Nella prima si verrà introdotti al concetto di Giubileo approfondendone origini e significato, le premesse filologiche e alcuni aspetti che lo caratterizzano: il riposo della terra, la remissione dei debiti, la restituzione delle terre, la liberazione degli schiavi, il Giubileo di Gesù.

Le altre sei sezioni tematiche offriranno, invece, una prospettiva su come l’arte – espressa nei documenti, nelle testimonianze e nella spiritualità – si intreccia alla vita della gente comune creando un legame profondo tra individui e comunità. Il percorso espositivo si snoderà in ulteriori filoni. Il secondo dal tema “Un Giardino da Coltivare e Custodire”, quindi “Il Vero Dono – L’Incarnazione e il Compimento della Creazione”, “La Chiesa Corpo di Cristo”, “Chiesa e Comunità – Il Luogo dell’Ecclesia e dove si celebra la Parola”, “Il Dono della Grazia – La Vergine e i Santi Proteggono le Città e le Comunità” e infine “Ars vs Charitas – L’Ottava Opera di Misericordia”. 

L’iniziativa, ispirata da un progetto della CEI che poi non ha avuto seguito, ha lasciato alle diocesi italiane la libertà di realizzarla in forma decentrata, sviluppando iniziative a livello locale. L’Arcidiocesi di Camerino San Severino Marche, oltre alla mostra sul tema del Giubileo che verrà presto allestita al MARec (Museo dell’Arte Recuperata), intende esporre qui alcuni documenti per far assaporare parte dell’immenso patrimonio documentario conservato negli archivi diocesani e parrocchiali per sottolineare, al tempo stesso, lo stretto legame tra la fede vissuta dal popolo pellegrinante e le testimonianze raccolte e conservate da chi ci ha preceduti.

«L’iniziativa è stata gentilmente accolta dall’Associazione Corsa alla Spada e Palio di San Venanzio, la quale ha voluto inserirla nel programma degli eventi organizzati in questo anno giubilare – spiega il curatore Luca Barbini -. Questa mostra ci dà l’opportunità di riprendere un dialogo comunitario con l’arte e la ricchezza documentaria di cui la diocesi è custode. Stimolati dall’arcivescovo Mons. Massara e dall’ufficio beni culturali diocesano si è deciso di realizzare questa mostra di documenti provenienti in particolare dall’archivio storico e dalla biblioteca del seminario: per celebrare il Giubileo, all’interno di uno scrigno qual è sicuramente la chiesa della Madonna delle Grazie, saranno offerti alla visione 17 tra registri, volumi, documenti singoli e pergamene. La prima sezione della mostra è dedicata al Giubileo e alle sue origini con documenti di Camerino che riguardano i giubilei di qualche secolo fa. Nella sezione due “Un giardino da coltivare” in mostra avremo una bellissima pergamena, in particolare un cabreo del Settecento, che sicuramente merita la visione di curiosi e appassionati. Molto interessanti anche altri documenti quali stampe provenienti da messali del Seicento e Settecento così come un bellissimo acquerellato della chiesa del seminario degli anni ’50, o una bellissima stampa che riguarda San Venanzio con tutti i particolari della sua vita che reputo davvero deliziosa. Importante anche l’ultima sezione della mostra che riguarda le “opere di Misericordia”; qui – conclude il curatore Luca Barbini – una particolare attenzione è dedicata ai Carlotti, congregazione di preti così chiamati in onore di San Carlo Borromeo, patrono dell’organizzazione che è nata a Camerino e vi ha esercitato la sua attività. In questo caso, da una vecchia causa del Settecento, abbiamo estrapolato alcuni disegni che sono attribuiti a Francesco da Bibbiena, architetto della casa Imperiale d’Austria».

C.C.

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