Carissimi Fratelli e Sorelle,
anche la nostra cattedrale della SS. Annunziata presto tornerà a essere testi- monianza viva della Misericordia di Dio per la città di Camerino e per l’intera Arcidiocesi. La sua bellezza tornerà a ri- cordarci che il Signore ha scelto di abita- re con noi e tra noi, suo popolo: “Egli si fa ascoltare da ciascuno di noi nel nostro tempio cattedrale”. Per questo l’immi- nente inizio dei lavori di ricostruzione della cattedrale apre i nostri cuori alla speranza, ma altresì rappresenta una provocazione.
La speranza che nasce dalla certezza che Dio ha voluto comunicarsi a noi, suo popolo
Pensando anche alle nostre esperien- ze personali, una domanda sorge sponta- nea. Questione che si insinuò nel cuore dello stesso Salomone. Infatti, dapprin- cipio, di fronte ai suoi sudditi, il saggio re manifesta la sua perplessità sulla scelta
di Dio di abitare in quella casa che lui stesso gli ha costruito «Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno lo potrà questa casa che io ho costru- ito!» Però, subito dopo, Salomone chiede a Dio di ascoltare dal cielo la supplica che il popolo di Israele gli eleverà proprio da quel tempio: «[…]. Siano aperti i tuoi oc- chi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: lì porrò il mio nome! Ascolta la preghiera che il tuo servo innal- za in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo servo e di Israele, tuo popolo, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, dal cielo; ascolta e perdona».
Ma allora il Signore abita in cielo o nel tempio? In realtà, Dio non può stare in un luogo, perché non può essere con- dizionato né dal tempo e né dallo spazio: non sarebbe più Dio. Non è il luogo che determina la presenza di Dio. Per questo Salomone, sapientemente, chiede: «Tu dal cielo ascolta la preghiera che ti elevere-
mo da questo tempio». Il senso è dunque metaforico.
In realtà, il vero tempio di Dio, in senso assoluto, è Dio stesso. Però Egli ha voluto comunicarsi all’uomo. Dunque, la grande scoperta di Salomone e del popolo d’Israele: “Lo spirito dell’uomo può accogliere Dio”. Una verità che la cattedrale ci testimonia per Camerino e per l’intera nostra Chiesa diocesana: “Lo spirito di ognuno di noi può acco- gliere Dio”. Il nostro tempio maggiore ci ricorda che lo spirito umano, nella misura dell’amore, si apre ad accogliere la presenza di Dio nel cuore dell’uomo. La presenza di Dio suppone la caritas, cioè la carità. “Senza la carità, questo è il messaggio più bello che la cattedrale sta- glia su Camerino e sull’Arcidiocesi da se- coli, non possiamo essere tempio di Dio, perché in fondo Dio abita precisamente nello spirito umano in quanto esso vive e realizza la sua propria vita attraverso la carità che è diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo”.
La ricostruzione della Cattedrale una provocazione:
quella di ricostruire anche
la nostra consacrazione battesimale
La ricostruzione della Chiesa catte- drale dovremmo viverla come una pro- vocazione: quella di ricostruire la nostra consacrazione battesimale. “L’uomo è il vero tempio di Dio”, ci dice da se- coli con la sua bellezza architettonica e artistica la nostra cattedrale. Lo spirito umano ha la capacità di aprirsi fino ad accogliere l’infinito, nella misura in cui l’anima vive l’amore.
Siamo la dimora di Dio, per essere lo strumento di Dio, la luce di Dio, la sua parola. Dunque, celebriamo l’inaugu- razione dei lavori di ricostruzione della cattedrale con un rinnovato slancio nella carità. Per poter finalmente dare al Si- gnore la massima gloria, per farlo vivere in noi e essere tempi vivi della sua gloria.
+ Francesco, Arcivescovo