La sua umiltà e la sua fierezza
ce lo narravano come un’autentica guida
RICORDO – Dopo una vita dedicata agli altri nelle Acli, nel sindacato e nella quotidianità, si è spento all’età di 90 anni Flaviano Fabbroni: “ Maestro di scuola, Maestro di pensiero e Maestro di vita “. Tra le specificità che il buon Dio gli aveva concesso trovia- mo un misto di umiltà e fierezza che lo spingeva a far premettere al suo nome l’appellativo di maestro. Non si trattava certo di vanità o vanteria, bensì credo volesse ricordare a chi lo ascoltava la grande impor- tanza sociale del ruolo che ebbero i maestri delle scuo- le elementari di un tempo soprattutto nei confronti delle classi popolari meno abbienti e credo volesse rie- vocare ed emulare quel par- ticolare spirito di servizio che animò molti di loro. Per lui quello di maestro era quindi una specie di titolo nobiliare, una medaglia ideale da portare ben in vista della quale amava fregiarsi. Non avrebbe di certo gradito essere chiamato Cavaliere o Commenda- tore o chissà cos’altro, ma Maestro credo gli piacesse assai proprio perché la figura contiene in sé storie di servizio agli altri specie se svantaggiati. Ma è stato anche maestro di pensiero, è stato anzi una fonte di
pensieri sempre originali e mai banali,
capace di semplificare la complessità, di distinguere il vero dal falso, di analizzare e confutare tutti i vecchi schemi mentali dai quali ci lasciamo trascinare, di sovvertire e rivoltare ogni pensiero stantio, ogni luogo comune che a volte ci portiamo stancamente
Flaviano Fabbroni
appresso. Se poi ti volevi schiarire le idee, se non vo- levi sentire i soliti discorsi stereotipati, quello era il momento di parlare con il maestro. George Bernard Shaw ebbe a dire: “se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo,
allora abbiamo entrambi due idee”. E se parlavi con Flaviano era ancora meglio perché lui di idee te ne re- galava a bizzeffe. Oltre alle idee ed agli insegnamenti resta però anche un bel po’ di rammarico dovuto al fatto che il suo paese lo ha sì molto apprezzato, ma anche molto poco sostenuto e se avessimo potuto ricondurre a fattor comune tutte le aperture di credito che, una ad una, gli veni- vano tributate e se avessimo trovato la forza ed il giusto slancio per rompere i cristalli di cultura presente dentro i quali siamo ancora oggi racchiusi magari la storia di Caldarola non sarebbe stata la stessa. Avevamo un fuoriclasse nella rosa dei giocatori e non lo abbiamo fatto giocare. Abbiamo tanto apprezzato le sue idee ma non siamo stati capaci di applicarle. Lo ricorderemo comunque perché ogni volta che ci ritroveremo a dibatte- re un qualche argomento non saranno rare le volte in cui proveremo a tirare la ragione dalla nostra parte dicendo: anche Flaviano la pensava così! E a coloro che dovessero eventualmente chiedere chi era Flaviano risponderemo che era un “Signor Maestro”.
G. Appolloni