Il capogruppo di minoranza Sborgia: «Una decisione che impoverisce la città» Intanto sui social spunta la petizione di alcuni cittadini. Pronta una raccolta firme.
«Una decisione scellerata, e dubito che sia stata davvero condivisa all’unanimità». Così il capogruppo di minoranza in consiglio comunale, Sandro Sborgia, sulla de- liberazione della giunta Lucarelli in merito al nuovo assetto delle scuole in città. Si va, infatti, verso un plesso scolastico unico, quello in via Madonna delle Carceri ormai in via di ultimazione. Stando alla comu- nicazione dell’amministrazione comunale, infatti, anche la scuola primaria “Salvo D’Acquisto” – attualmente ospitata dall’edi-icio di via Medici – sarà ospitata dal nuovo polo, insieme alla scuola per l’infanzia “L’Aquilone”, la scuola primaria “U. Betti” e la scuola secondaria di primo grado “G. Boccati”, precedentemente ospitate nell’edificio “Ugo Betti” reso inagibile dal sisma 2016. Oltre alla posizione contraria del leader di opposizione, negli ultimi giorni ha iniziato a circolare anche una raccolta firme tra i cittadini. Il tam tam sui social si è fatto pressante. «Si fanno sempre più insistenti le voci sull’accorpamento delle primarie Betti e D’Acquisto presso il nuovo stabile in via Madonna delle Carceri – questo il testo che circola tra i cittadini per invitare alle firme -. Questa decisione comporterà risvolti negativi in termini di qualità dei servizi (un’unica mensa preparerà e distribuirà i pasti a tutti gli istituti), viabilità e soprattutto fruizione degli spazi. A maggio ci è stato mostrato il cantiere di una grande ed avan- guardistica struttura, in grado di ospitare una grande mensa, una grande palestra sufficiente alle esigenze di primaria e medie, spazi comuni e aule per le diverse esigenze degli studenti. Con l’accorpamento tutto questo non potrà esserci. Dopo quasi sei anni in cui i nostri figli sono stati sistemati in una scuola funzionale all’emergenza ma meno in termini di qualità degli spazi, auspichiamo per l’avvio del nuovo anno scolastico condizioni migliori secondo quanto ci era stato promesso e garantito».
Una posizione sostanzialmente sovrap- ponibile a quella del capogruppo di mino- ranza Sborgia, che fa della questione non tanto un fatto di «metrature, quanto piut- tosto di qualità degli spazi – sostiene -. Qui non si parla di capire se ci siano o meno i metri quadri sufficienti ad ospitare un nu- mero maggiore di studenti, ma di capire se effettivamente gli spazi messi a disposizione dei ragazzi siano consoni alle attività scolastiche. Non penso che sia fattibile, onestamente, spostare un’ulteriore scuola in uno stabile che inizialmente non l’avrebbe previsto. Si tratta di dover mettere mano a una struttura nuova, di modificarla ancora prima di poterla effettivamente vedere in funzione. Credo sia poco intelligente agire in questo modo. La questione della didattica integrata, delle nuove tecniche di insegna- mento necessita di spazi pensati e progettati a questo fine. Una decisione del gene- re non può che compromettere il quadro pensato inizialmente. Oltre a questo nutro
seri dubbi sul fatto che sia- no effettivamente sufficienti gli stessi metri quadri di cui parla l’amministrazione. Ho notato anche poca serietà nel modo in cui la notizia è stata comunicata alla cittadinanza: la cosa è stata annunciata a questioni concluse, senza av- visi preventivi, senza consul- tazioni. Non avremmo agito allo stesso modo».
La questione si allarga quando si parla poi della destinazione d’uso degli spazi che verranno lasciati liberi dalla scuola “D’Acquisto” qualora l’accorpamento dovesse effettivamente andare in porto. «Ci dicono che tutti fossero d’accordo, ma francamente non mi risulta – continua Sborgia -. Siamo di fronte a una decisione miope, che priva la città di una sua ricchezza. Se guardiamo i comuni limitrofi, tutti si stanno dotando di nuove scuole. A Camerino, punto di riferimento dell’entroterra, stiamo agendo al contrario. Si accorpa, e accorpando temo si possa impoverire l’offerta formativa di una città che ha fatto della didattica, accademica e scolastica, il suo fiore all’occhiello nei secoli. Cosa fare poi delle strutture che
restano vuote? Non ci sono state prese di posizione ufficiali in merito da parte del governo cittadino. Questo la dice lunga a nostro modo di vedere sul loro modus operandi. Si opera nel silenzio, non si rende noto nulla prima di prendere le decisioni. Da quello che sappiamo, comunque, sembra che la struttura sia stata messa a disposizione dell’Ufficio speciale ricostruzione. Verificheremo se questo è vero. Ma comunque non sappiamo se, quante e quando le persone verranno impiegate nella sede camerinese dell’Usr. Ma poi siamo davvero certi che l’ufficio porterà lavoro e benefici alla città? Non è certo».
In definitiva le perplessità restano. Se la decisione di andare verso un plesso unico si allinea alle esigenze di bilancio e alla linea tracciata generalmente per le zone interne, ovvero quella degli accorpamenti, restano i dubbi sulle modalità. Qualcuno ha suggerito che sarebbe stato opportuno attendere, verificare l’andamento dell’anno scolastico nel nuovo plesso, prima di procedere al trasferimento della “D’Acquisto”. In questo modo si sarebbe potuto toccare con mano quale delle due soluzioni sarebbe stata più adatta per le esigenze dei ragazzi e della città. In ogni caso non ci sono dubbi, invece, sul fatto che si tratti solamente di un accorpamento “logistico”, legato alla sede, non un accorpamento scolastico nel senso proprio del termine. Giuridicamente sembra infatti che le due scuole resteranno soggetti distinti.