Studi

Camerino, 11 giugno 1585
volume cartaceo con nuova legatura in pergamena
mm. 220-295
ASCACS, Visita Pastorale 7 De Buoi (1583-1585)
Visita del Vic. Gen. Gaspare degli Orsini, cc. 288

L’11 giugno 1585 il Vicario Genera- le del Vescovo di Camerino Girolamo de Buoi, visita la chiesa di S. Lucia in località Serravalle, “nel ritorno di Roma”. La noti- zia di per sé non fornisce alcuna indicazio- ne sulla Ambasceria dei giovani giappone- si che, tra l’altro, proprio in quel giorno, dopo aver visitata la cattedrale, ripartono da Camerino con destinazione Tolentino e Macerata. La notizia però ci mostra come le comunicazioni relative all’ambasceria giapponese furono fatte molto probabilmente soltanto all’autorità civile. Lo stesso Vicario Generale, presente a Roma nei giorni precedenti, si affretta a tornare in patria ma, evidentemente avvertito della ripartenza dei giovani giapponesi, coglie l’occasione per visitare la chiesa anzidetta. Il visitatore è il Vicario Generale perché è molto probabile che il vescovo De Buoi fosse impegnato in Polonia in qualità di Nunzio. Il decreto di Sacra Visita viene datato anch’esso 11 giugno 1585 dal Palazzo Episcopale al rientro dell’Orsini a Camerino.

I giovani giapponesi visitano il Duomo di Camerino, ma di questa notizia nelle fonti archivistiche locali non risultano notizie. Dalle Decretales (1561-1601) conservate nell’archivio del Capitolo della Cattedrale di Camerino, non sono emerse, per quel periodo, notizie collegabili a tale evento che, per la città di Camerino invece, ebbe notevole risalto.

***
La ambasceria, dopo aver visitato As-

sisi prosegue verso la città di Camerino (10 giugno), dove il Consiglio di Creden- za aveva nominato, nel «Die sabati prima Iunii», alcuni deputati per accogliere con gratuità e attenzione gli ambasciatori: «Depositi ad provisiones oratorum Jappo- nensium», su sollecitazione del cardinale domenicano Michele Bonelli, detto comu- nemente Alessandrino (1541-1598) dal suo luogo di nascita, legato pontificio in Francia, Spagna e Portogallo, nonché ni- pote per via materna del pontefice Pio V (Antonio Michele Ghislieri, 1566-1572), come dimostra il documento conservato nella Sezione dell’Archivio di Stato di Camerino (SASC), che è riportato di seguito:

Conc[essi]o cred[it]ae per illustrissimum dominum gubernatorem in palatio apostolico ipso presente convocato, intervenientis infrascriptis cred[ito]riis, videlicet ser Baptista, Ramb[ald]o, Golinangelo, Matteo, Vincentio, Ioanne et Raphaello ac domino Pompeio et cetera.

Supra infrascriptis litteris illustrissimi domini cardinali Alexandrini ipsi domi- ni gubernatori exaratis circa adventum illustrissimorum dominorum oratorum Giapponensium pro ipsis recipientis iuxta formam dictarum litterarum sequentis te- noris, videlicet:

Molto Illustre et molto Reverendo Signore doveranno passare in breve per cotesta Città li Signori Ambasciatori Giapponesi, quali partono domani da Roma per quelle bande: impero volendo Nostro Signore che siano accolti, et alloggiati per tutto nello stato suo, Vostra Signoria non man- carà d’honorarli, et provederli così d’alloggiamenti, et vitto, come d’ogni altra cosa necessaria, acciò restino consolati, et ben trattati conforme al Volere della Santità Sua, di Roma. 29. Maggio 85.

Come fratello il Cardinale Alessandrino. Circa quam occurrentiam nominaverunt infrascriptos cives deputatos ad provisionis et cetera.

Equitem Vivianum Venantium Mateum Calcal[…]m et capitanum Antonium Bel- lutium.

E come traspare da un’altra carta, «datata 29 di ottobre 1585», conservata presso il medesimo Archivio, la città risponde positivamente alle indicazioni del porporato, secondo la volontà di Sisto V:

Priores Populi Civitatis Camerini
Messer Attilio camerlengo della nostra città, pagarete
Ad Angelo Lancillotto per trè caaalli dati alli nostri Trombetti mandati da Monsi- gnor Conti Governatore a Serravalle per hononar la venuta delli Ambasciatori Giapponesi scudi 1 baiocchi 8
324.

Il Pelliccia nel suo lavoro di ricerca su La prima ambasceria giapponese in Italia nel 1585:
relazioni e lettere di viaggio nell’Archivum Romanum Societatis Iesu riferisce che:

“Il giorno seguente, lunedì 10 giugno, i giovani si rimettono in cammino e alle otto in punto, scortati da uomini a piedi e da alcuni con cavalli, giungono a Colfiorito, «dove trovassimo intorno a 80 soldati di valore diceva il Padre Lopes et di mano in mano crescevano et una mano di gentil’homini son venuti insino a Seraval- le»634. Qui essi partecipano alla celebrazione eucaristica e attendono che venga riparata la carrozza degli ambasciatori, poiché poco prima di arrivare in tale località si è rotta una ruota.

Questa matina poi portando alle 8 hore in punto, havessimo homini a pie et a cavallo, et di mano in mano insino a Colfiorito, dove trovassimo intorno a 80 soldati di valore diceva il Padre Lopes et di mano in mano crescevano et una mano di gentil’homini son venuti insino a Seravalle dove ci fermassimo a dir messa et [f. 34v] aspettare si acconciasse la carrozza delli Signori che poco prima di Colfiorito se le roppe una rota, et adesso ho inteso che a 20 hore [se va finirà et venne] di mano in mano insino alla città si trovava gente a cavallo che ci veniva incontro et con- corse tanto populo che fu un stupore (p.261).

I legati entrano nella città di Camerino in compagnia di 30 soldati e 40 cavalli e arrivati alla porta sono salutati dal magi- strato con solite trombe e tiri di artiglieria

e poco dopo dal governatore, che «li ricevette con grande amore, li fece un banchet- to che ne meno a Roma si farria megliore», offrendo, inoltre, un appartamento molto comodo nel suo palazzo, dove sopraggiun- ge anche il cardinale Alfonso Gesualdo (c. 1540-1603) «legato della marca che è ar- rivato intorno alle 18 hore molto doppo noi», con il quale essi cenano.

Entrorno accompagnati da 30 soldati et 40 cavalli, li andò il Magistrato vicino alla por- ta per non essere avisato in tempo et scaricò la [rocca] et pezzi di arteglieria [Monsignor Illustrissimo …] Governatore li ricevette con grande amore, li fece un banchetto che ne meno in Roma si farria megliore, li ha dato un’appartamento commodissimo [ancor] che in suo palazzo alloggia anche Illustrissimo [Gisualdo] Legato della marca che è arrivato intorno alle 18 hore molto doppo noi. Tutta la città aspetta vederli. Hora andiamo a ve- dere il Domo et altri lochi. […] alle orationi et santi sacrificii di Vostra Reverenda Pater- nità sempre mi raccomando. Di Camerino, lì 11 di giugno 85. Di Vostra Molto Reverenda Paternità

Servo in Giesu Christo Hippolito Voglia (p. 262).

Come afferma Ippolito Voglia, nella missiva dell’11 giugno, scritta proprio da Camerino, poco prima di congedarsi dal preposito generale, chiedendo come d’abi- tudine «orationi e santi sacrificii», i giovani cominciano a visitare alcune attrattive del luogo, tra cui il duomo.

Il governatore di questa città pare dimostrare quindi affetto e stima nei confronti dei giovani, pur dedicando loro poco tempo: ciascuno sarà omaggiato con un presente in ricordo dell’incontro e dell’amicizia, come informa Voglia al preposito nella missiva, redatta a Senigallia il 15 giugno del 1585:

al Signor Don Mansio uno quadretto di Avolio della cena del Signore, a Don Michele una bella corona odorifera et al Signor Don Giuliano una altra di ebbano bello, a Don Martino uno officiolo della Madonna dorato con il quale fece amicitia ferma promettendosi l’un l’altro de scri- versi lettere al occasione et me disse quel prelato che li pareva questo Don Martino essere di raro ingengio conforme al parer di tutti639.

Durante la rapida sosta nella città di Camerino, insieme al porporato Gesual- do, i giovani giapponesi catturano, tutta- via, la curiosità del giovane duca di Gra- vina di soli 12 anni, il quale dopo aver esternato vari complimenti agli emissari, risponde positivamente alla domanda del cardinale di essere propenso a recarsi in Giappone. Di buon mattino (11 giugno), dopo la visita alla cattedrale «insieme con Sua Signoria Illustrissima», l’intento del gruppo è quello «di dir messa a Tolenti- no et andare per il fresco» e così saliti su una carrozza alquanto vecchia raggiungo- no la città, vedendo da lontano l’ingresso del cardinale legato, «et esperimentammo la nostra venendoci incontro subito quelli che havevano accompagnato il Legato con trom- be et tamburi».

Anche nella lettera del 14 giugno 1585, Voglia, dopo aver ringraziato il pre- posito generale a nome degli ambasciatori per la sua premura e attenzione, scrive

che solo in Narni, Spoleto, Fuligni et Came- rino ho trovato l’ordine di Roma et se le co- munità havessero mostrato carità verso questi Signori se haveria patito molto», per conti- nuare poco dopo continua: «Vostra Paternità vedrà la risposta che se non fosse che se ha avisato al magistrato del Padre Reverendo di qui ci trovavamo in bianco.

Mi smenticai che li Signori con il Governa- tore portorno le chiave della città offerendole a li nostri Signori Ambasciatori et di Ca- merino che Monsignore Conte Governatore se affitionò talmente de tutti che li presentò tutti di varie cose: al Signor Don Mansio uno quadretto di Avolio della cena del Signore, a Don Michele una bella corona odorifera et al Signor Don Giuliano una altra di ebba- no bello, a Don Martino uno officiolo della Madonna dorato con il quale fece amicitia ferma promettendosi l’un l’altro de scriversi lettere all’occasione et me disse quel prelato che li pareva questo Don Martino essere di raro ingengio conforme al parer di tutti. Alle orationi et santi sacrificii di Vostra Reverenda Paternità sempre mi raccomando. Di Senega- glia lì 15 di giugno 85.

Di Vostra Molto Reverenda Paternità
[Post scriptum] La sera in [stanchezza] a mezza hora di notte fecero per l’alegrezza di questi signori avanti al palazzo della cit- tà dove noi stavamo due belle et artificiali girlande et scaricorno 4 pezzi di artegliaria grossi.
Servo indegno in Giesù Maria
Hippolito Voglia (p.270).

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• Archivio Storico della Curia Arcive- scovile di Camerino-San Severino Marche (ASCACS), Visite Pastorali n. 7 Mons. De Buoi (1583-1585), Visita di Mons. Orsini c. 267.

• Archivio Capitolo Cattedrale Came- rino (ACC), Decretales 1561-1601.

• Guido Gualtieri, Relationi della venvta degli ambasciatori giaponesi a Roma fino alla partita di Lisbona, Roma 1586.

• Carlo Pelliccia, La Prima ambasceria giapponese in Italia nel 1585: relazioni e lettere di viaggio nell’Archivum Iesu, Viterbo 2016.

• Archivio di Stato Camerino, SASC, Comunale Camerino, Atti del consiglio riformante, A 17, 1584-1586, c. 646.

• Archivio di Stato Camerino, SASC, Comunale Camerino, Ordini e mandati di pagamento, K2, 1585-1587, c. n.n. r/v.

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