AGORà STORIA
“Il tetto della Chiesa Metropolitana fù affatto rovinato, e si vide distrutto un sì bell’edifizio”
SANTA MARIA MAGGIORE: CATTEDRA DEL VESCOVO DI CAMERINO
Il terremoto che colpì Camerino
nel 1799 danneggiò in modo consistente la città e anche la sua cattedrale, d’origine medievale, dedicata alla Vergine con il titolo di Santa Maria Maggiore.
L’edificio aveva subito danni già in precedenti occasioni a causa di eventi sismici e non solo.
Dopo la distruzione ad opera di Manfredi nel 1259, la ricostruzione della città viene compiuta nello scorrere di diversi anni. Nel 1268 anche l’edificio della cattedrale è del tutto ricostruito e ampliato per le nuove esigenze demografiche. Nel 1295 viene consacrato il nuovo altare, probabilmente ripristinato dopo il terremoto del 1279, insieme al qua- le viene ristrutturato anche il campanile gravemente lesionato. Resti frammentari di questa struttura sono ancora conservati nello spazio antistante il Museo diocesano nel Palazzo vescovile e nella cripta dell’attuale chiesa neoclassica ove si conservano diverse memorie, epigrafi, sculture, frammenti architettonici di quell’edificio.
Una solenne consacrazione del tempio viene ricordata al tempo del vescovo Girolamo De Buoi, bolognese, nel 1588 quando il prelato sedeva sul trono camerinese da otto anni. È lo stesso Turchi a ricordare l’atto notarile redatto dal notaio vescovile Giovanni Sante Zamponi il 16 ottobre 1588. La consacrazione è svolta con la solennità del Pontificale Romano. Ma la città
e l’edificio di culto, sono scossi da altri terremoti: nel 1703, nel 1730, nel 1741.
Descrizione del- la cattedrale prima del terremoto: “Secondo l’ultimo Stato delle Anime, formato l’anno 1769, l’interno della Città, cò suoi Borghi, costituisce una scarsa Popolazione [rispetto al materiale della Città] di num. 4287 abitanti”. Non si ha un riscontro preciso di quanti fossero gli abitanti della città al momento del terremoto, ma si desume con una certa approssimazione il numero dei residenti attraverso “Lo Stato delle Anime della Cura della Metropolitana di Camerino del 1797”.
Una bella descrizione della cattedrale, che qui si omette per limiti di spazio, ci è stata fornita da un invenario del 1726 pubblicato dal Corradini.
L’Orlandi così descrive la cat- tedrale di Camerino: “Il Duomo è certamente antichissimo (…) è questa vasta fabbrica distinta in tre Navate, con colonne tutte di pietra, che sostengono la Volta della Navata maggiore assai alta, ed ampia, ed ha molte Cappelle né fondi dè fianchi, arricchite di stucchi indorati, e di eccellenti pitture, tutta nel resto essendo di architettura Gotica, fuorchè la facciata rifatta di nuovo d’ordine Dorico, e Jonico, che è posta nella Piazza maggiore di non dispreggevole simetrìa. (…) In detta Chiesa conservasi il Corpo del loro Vescovo, e Concittadino S. Ansovino nella sua Cappella collocata in Urna di marmo, traspor- tato quivi dall’antichissima Cappella Ducale, ove era in grande Arca di finissimi marmi, tutta eccellentemen- te lavorata all’antica, con bassirilievi esprimenti diversi simboli, la quale in oggi tuttavia si conserva. Fra le memorie degli Uomini illustri in questa Chiesa sepolti, oltre agli antichi Principi, e Duchi Varani, le cui ceneri riposano nella mentovata Cappella di S. Ansovino, insieme con quelle di Sebastiano Voglia, Venanzangelo Lamberdacci, e Marino Puccetti, Gentiluomini confidenti, e molto cari del Duca Gio: Maria, i quali vollero avere il sepolcro presso al loro Signore. Si ammirano due bellissimi, e sontuosi depositi, tutti di preziosi, e finissimi marmi: uno a mano destra appresso la porta maggiore, di Monsig. Delfinio Patrizio Romano, col suo Ritratto, ed Iscrizione, e l’altro a man sinistra di Monsig. Arcimboldo, con suo Busto parimente, ed Iscrizione, le quali dalla brevità propostami non mi è permesso di riportare; oltre a molti altri Depositi, ed Iscrizioni, che pur vi sono di nobili Personaggi”.
A seguito del terremoto del 1799 “Il tetto della Chiesa Metropolitana fù affatto rovinato, e si vide distrutto un sì bell’edifizio, cui tanto di splendore era stato aggiunto in questi ultimi tempi”.
Notevoli danni furono provocati dal terremoto alla facciata della chiesa dei Padri dell’Oratorio, qui infatti lo stesso Moreschini ricorda le conseguenze dovute alla caduta di “un’ampio pesantissimo travertino situato nella parte più eminente”; “lo stesso accadde nella Chiesa Metropolitana essendo state scagliate le quattro gugliette di pietra, due delle quali erano sostenute da altrettanti Leoni di non piccola mole, a notabile distanza nella Piazza senza alcun danneggiamen- to nella facciata, nella cui sommità riposavano affisse alle opportune verghe di ferro”.
Mentre il Pascucci, trattando di Sant’Ansovino ricorda “che il San- to così ritirato, e solo riceveva bene spesso il godimento di celesti appari- tioni, e veniva onorato ancora con la presenza, e coi colloquj della Vergine Beatissima, come si vede delineato sopra la porta della Chiesa Cattedrale di Camerino”.
“Nel pulpito della Cattedrale antica di 500 anni si vede [San Venanzio Martire] à basso rilievo con la bandiera alla destra, il libro alla sinistra, e dopo s’introdusse l’uso di dipingerlo con la Città in segno della sua protezione”.